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HAMLET Nessuno sa quale terribile creatura compiuta, finita si nasconda nell'íncompiuta, nella non finita. Tutto per nulla. Egli è principe e demagogo, acuto e stravagante, profondo e frivolo. L'uomo e l'essere neutro. Egli- tiene in scarsa considerazione il potere dei sovrani, deride il trono, ha per amico uno studente, conversa con chi è transitorio (di passaggio), discute con i primi che capitano, capisce il popolo, disprezza la massa, odia il potere, non si fida del successo, penetra nell'oscurità, sta a tu per tu con il mistero.
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Trasmette ad altri i dolori che egli stesso non ha; la sua follia simulata spinge la sua amata alla vera follia. E' in confidenza con fantasmi e commedianti. Fa il buffone con in mano l'ascia di Oreste. Parla di letteratura, cita versi, mette in scena l’opera teatrale, gioca con gli scheletri in un cimitero, annienta sua madre, vendica il padre e conclude il terribile dramma di vita e di morte con un gigantesco punto interrogativo. Prima incute terrore, poi crea confusione. Mai si è fatto un sogno più angosciante.
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Un dramma opprimente. Qui la verità dubita. La sincerità mente. Non c'è nulla di più vasto, nulla di più sottile. Qui la persona è il mondo intero, mentre il mondo è zero. Nel mezzo della sua vita Amleto non è sicuro di essere, di esistere. In questa tragedia, che al tempo stesso è una filosofia, tutto vacilla, tentenna, indugia, íncespica, si sfascia, si scioglie e si dissolve, il pensiero è una nuvoletta, la volontà fumo, la decisione un crepuscolare, l'azione soffia dalla direzione opposta, la rosa dei venti domina la persona.
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Opera inquietante, sconcertante, dove si guarda ad ogni cosa in fondo, dove lo spirito. non trova nessun altro spazio se non quello fra il re ucciso ed il sepolto Yoríck e dove la realtà è vicinissima laddove la dignità regale viene. rappresentata attraverso uno spettro e l'allegria con un teschio. Hamlet è il capolavoro dei drammi onirici. Victor Hugo in William Shakespeare
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